bitcoin previsione pessimistica


SUBMITTED BY: Guest

DATE: Sept. 19, 2014, 10:41 p.m.

FORMAT: Text only

SIZE: 8.1 kB

HITS: 890

  1. BITCOIN: UNA PREVISIONE PESSIMISTA—DI GERARDO COCO
  2. Home · monete · Bitcoin: una previsione pessimista—di Gerardo Coco
  3. Dopo i bitcoin creati da un anonimo nel 2009 è stato un profluvio di cripto valute: Litecoin, Namecoin, PPcoin, Terracoin, Ixcoin, Devcoin, Freicoin ecc. il cui mercato è arrivato a superare dieci miliardi di dollari. Un risultato che ha aperto l’orizzonte su un nuovo mondo di transazioni basato su una moneta universale, decentralizzata, democratica, non manipolabile, indipendente da banche centrali, indicatori macroeconomici, anonima e soprattutto immune dalle esazioni arbitrarie dei governi. Tuttavia dopo molto battage pubblicitario c’è ancora incertezza circa la loro identità. Si tratta di denaro o qualcos’altro? Quale sarà la loro evoluzione? Vediamo di scoprirlo.
  4. La tecnologia dei Bitcoin è stata denominata Gold 2.0 perché ha tentato di replicare un gold standard digitale. Analogamente alla produzione del metallo e a differenza delle valute legali, la loro l’emissione è costosa perché richiede un’estrazione digitale (mining) che comporta investimenti in hardware e software; la quantità è fissata da un algoritmo che ne riproduce la scarsità e al pari dell’oro sono frazionabili. Avrebbero addirittura una caratteristica superiore: quella di essere trasferiti all’istante e stoccabili senza costi. Tuttavia, per quanto avanzata, la tecnologia non è riuscita a dar loro la proprietà più importante dell’oro: il valore intrinseco, senza il quale il metallo, una volta coniato, non avrebbe mai potuto espletare la sua funzione monetaria per 3000 anni. Il valore intrinseco di un bene è la sua utilità indipendentemente dall’uso per cui è impiegato. Prima di diventare denaro, l’oro era richiesto come bene commerciale e questa è stata la condizione necessaria del suo successivo utilizzo monetario. Per lo stesso motivo le sigarette, avendo già un valore in sé, fungevano da denaro nei campi di concentramento. Le valute legali, invece, benché prive di valore in sé, circolano in forza del prelievo fiscale autoritario, che conferisce loro, per così dire un valore intrinseco negativo.
  5. Su cosa si basa allora il valore dei bitcoin? Si basa unicamente sull’aspettativa dell’aumento del prezzo. E finché resterà questa convinzione il loro prezzo aumenterà. Ma questa è la caratteristica di un investimento speculativo, non del denaro. Il denaro autentico mantiene il valore stabile per misurare quello di tutti gli altri beni: è un numerario. Ai tempi di Plinio il prezzo di una buona tunica era un’oncia d’oro. Nel 1700 un vestito di qualità si comprava sempre con un’oncia che, pressappoco, è anche il prezzo di un abito odierno. I bitcoin subiscono forti oscillazioni e anche se il trend è al rialzo, una brusca svolta nella psicologia degli utilizzatori potrebbe farli implodere come avviene per i titoli troppo speculativi, quando, una volta passato l’entusiasmo febbrile ci si accorge di colpo che il loro valore intrinseco, il rendimento, è nullo. Nel giro di un mese il prezzo dei bitcoin è passato da 400 a 1500 dollari. Ora supponiamo che il preventivo della riparazione di un’auto fosse stato di 2 bitcoin quando erano quotati 400. Se il pagamento fosse avvenuto quando quotava 1500, il proprietario dell’auto avrebbe subito una perdita notevole e il meccanico, un profitto cospicuo. Ma potrebbe succedere anche il contrario. Una moneta con queste caratteristiche non può fungere da numerario la cui funzione è di non alterare la posizione economica dei contraenti.
  6. Ma c’è dell’altro. Coloro che sostengono che nel futuro sulle caratteristiche dei bitcoin si possa edificare un sistema monetario integrato e alternativo, trascurano altri fatti importanti.
  7. Primo. una moneta non serve solo a fare circolare beni e servizi finali, ma anche i beni capitali necessari a creare i primi. I beni capitali richiedono cospicui investimenti che non si finanziano con il contante ma con il credito che a sua volta richiede l’applicazione dell’interesse. Ora il tasso di interesse, che è la differenza tra moneta a pronti e moneta a termine, non si può determinare con una moneta di valore fortemente instabile. Se il creditore non ha la sicurezza di ricevere in futuro una somma certa e compensata da un premio, non investe in prestiti ma: o tesoreggia, nell’aspettativa di un rialzo del valore della moneta, oppure la spende subito, nell’aspettativa di un ribasso.
  8. Secondo. Ipotizziamo pure che il valore dei bitcoin rimanga stabile permettendo di realizzare un sistema monetario integrato. Esso dovrà per forza dotarsi di attività bancaria per la raccolta di risparmio e del concomitante servizio del credito. Ora, come potrebbe essere garantita l’attività bancaria con un’offerta monetaria fissata da un algoritmo? Gli inventori dei bitcoin sembrano aver dimenticato che l’attività economica non è caratterizzata da un flusso perpetuo di redditi ma da fluttuazioni stagionali, flussi e riflussi e il credito è necessario per stabilizzare queste irregolarità livellandone gli sbalzi. Siccome i periodi di produzione non coincidono con quelli delle vendite e le transazioni non possono essere regolate a pronti, in assenza di credito, si dovrebbe fare scorta di contante per colmare le sfasature temporali tra spese e redditi. Con una domanda crescente di contante e un’offerta inelastica si avrebbe scarsità di denaro fino a fare crollare il commercio e causare deflazione nei prezzi e nei profitti. Insomma una depressione. Proprio al fine di prevenire questo fenomeno inevitabile, gli emittenti dovrebbero incorporare nella loro tecnologia digitale anche la funzione del credito per rendere lo stock monetario elastico espandendone, almeno temporaneamente, la quantità. Ma così facendo rimuoverebbero il principio stesso posto a base della loro invenzione: la fissità della offerta di moneta. Cosicché, loro malgrado, finirebbero per riprodurre e far uso, in forma digitale, dello stesso arsenale degli strumenti di politica monetaria del sistema tradizionale. E all’uso potrebbe seguire l’abuso.
  9. Naturalmente questa ipotesi è teorica: i promotori non riuscirebbero mai a realizzare un simile progetto poiché i padroni dell’economia, governi e banche, non lo permetterebbero. Così la sperimentazione per il sogno legittimo, onesto e libertario di realizzare una moneta universale prodotta dal mercato e non alterata dal potere politico potrebbe essere servita solo come test per realizzare quello dei padroni: il controllo sistematico e la spoliazione periodica dei sudditi. Gli individui e le imprese, sudditi e servi dell’economia, una volta privati del contante fisico non avrebbero più scampo. Eliminato dalla circolazione e dichiarato fuori legge il contante, ogni transazione non digitale sarebbe considerata crimine mentre il controllo monetario assoluto rafforzerebbe il monopolio dei padroni consentendo loro di espandersi in modo sempre più arbitrario attraverso debiti e spesa pubblica le cui incontinenti necessità sarebbero finanziate, in frazioni di secondo, con prelievi di massa dai portafogli elettronici dei sudditi che servirebbero anche a controllarne minuziosamente la loro vita economica. Tutte le entrate e uscite sarebbero monitorate in tempo reale rendendo le dichiarazioni dei redditi superflue. La moneta digitale sarebbe costantemente inflazionata svalutando in proporzione lavoro e risparmio dei sudditi.
  10. Negli ultimi decenni il sistema dei pagamenti nazionali e internazionale è stato informatizzato, standardizzato e armonizzato rendendolo più efficiente. Ma il mondo è forse migliorato? E’ diventato più prospero, più produttivo, più sicuro? Perché dunque la società senza contante dovrebbe essere migliore? Più la moneta sarà digitale, più il mondo sarà tirannico. Che qualcuno smentisca queste previsioni e ci dica che questo non sarà il futuro dei bitcoin. Perché se lo fosse, a occhio e croce, assomiglia a un incubo.

comments powered by Disqus